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martedì 26 luglio 2011

Stipendi stenografi del senato : 253 mila 700 euro lordi l’anno

I Ragionieri che hanno messo sul lastrico il Comune di Taranto, sono dei dilettanti allo sbaraglio nei confronti del ragioniere di Montecitorio che al 35esimo anno di attivita’ non solo porta a casa uno stipendio di 20.000 euro al mese, ma andra’ in pensione con una cifra simile.
Gli Stenografi del Senato, sono 60 in tutto e compilano i resoconti dei lavori dell’aula e delle varie commissioni. Svolgono un lavoro ormai in estinzione per via delle nuove tecnologie, ma all’apice della carriera arrivano a guadagnare 253 mila 700 euro lordi l’anno.
Molto di più non solo del presidente Napolitano, ma anche del capo del governo Romano Prodi che, tra indennità parlamentare (145 mila 626 euro), stipendio da premier (54 mila 710) e indennità di funzione (11 mila 622), arriva a 212 mila euro lordi l’anno. E di ministri titolati come Massimo D’Alema (Esteri), che riscuote 189 mila 847 euro, e Tommaso Padoa-Schioppa (Economia), che ogni anno incassa 203 mila 394 euro lordi (è la paga dei ministri non parlamentari). Tutti abbondantemente distanziati dallo stenografo e dal ragioniere e addirittura umiliati al cospetto dei compensi dei segretari generali di Senato e Camera, Antonio Malaschini e Ugo Zampetti, che a fine anno arriveranno a incassare rispettivamente 485 mila e 483 mila euro lordi.
Ecco le sorprese che spuntano esaminando i dati sul trattamento economico dei dipendenti di Camera e Senato. E non sono le sole: barbieri (‘operatori tecnici’) che possono arrivare a guadagnare oltre 133 mila euro lordi l’anno a fronte dei circa 98 mila di un magistrato d’appello con 13 anni di anzianità. E collaboratori tecnici operai che dall’alto dei loro 152 mila euro se la ridono dei professori universitari ordinari a tempo pieno inchiodati, dopo vari anni di carriera, a circa 80 mila euro lordi l’anno. Retribuzioni da favola, insomma, che non hanno uguali nell’universo del pubblico impiego e che si accompagnano a trattamenti pensionistici di assoluto favore perfettamente allineati, in tema di privilegi, ai criticatissimi vitalizi di deputati e senatori. Ma quanti sono questi fortunati dipendenti parlamentari? Quanto guadagnano esattamente? E attraverso quali meccanismi riescono ad ottenere trattamenti economici così favorevoli?
Stipendi d’oro I dipendenti di Camera e Senato (vengono assunti solo per concorso) sono in tutto 2.908, di cui 1.850 a Montecitorio e 1.058 a Palazzo Madama. I primi (dati dei bilanci 2006) costano complessivamente circa 370 milioni di euro, i secondi 198; molto di più di deputati (287) e senatori (133 milioni). Per ambedue i rami del Parlamento le voci che pesano di più nei capitoli di spesa per il personale sono gli stipendi e le pensioni. Per quanto riguarda le retribuzioni, la Camera sborsa ogni anno 210 milioni di euro a fronte dei 130 milioni del Senato. I costi delle pensioni assorbono invece 158 milioni nel bilancio di Montecitorio e 70 milioni a Palazzo Madama. La prima cosa che salta agli occhi, sia alla Camera che al Senato, sono le singolari regole di calcolo di stipendi e pensioni, regole tanto sorprendenti da trasformare i due palazzi in autentiche isole del privilegio. A fissarle, godendo le due strutture dell’autonomia amministrativa garantita agli organi costituzionali, sono stati in passato i due uffici di presidenza di Camera e Senato, composti dai rispettivi presidenti (i predecessori di Fausto Bertinotti e Franco Marini), i loro vice e tre parlamentari-questori.

Fonte:
http://truffeallostatoitaliano.wordpress.com/2007/08/22/237560-allanno-per-il-ragioniere-di-montecitorio/

Stipendio barbieri di montecitorio

Truman: 11.000 euro al mese
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la cifra è sbagliata in difetto , si parla si stipendio lordo al mese , ma si devono calcolare le 14 mensilità , che vanno aggiunte , inoltre lo stipendio loro dei collaboratori tecnici aumenta con il passare del tempo , fino ad arrivare a 152'970 euro , che divisi per 12 fanno gli undicimila euro al mese (lordi) che truman ha indicato in facebook.
Quindi un barbiere che ha trenta anni di anzianità a Montecitorio guadagna in busta circa 9700 euro lordi , calcolando nei 12 mesi la tredicesima e la quattordicesima si arriva a circa undicimila.
neanche un capo area di una banca guadagna così , o un manager di basso livello (manager di aziende sotto i 500 dipendenti) per dire.
Manager e direttori di banca , comunque , possono essere licenziati in un secondo, naturalmente.
Praticamente nessun lavoro a tempo indeterminato guadagna cifre simili , nel settore privato.
...
Purtroppo i conti di Truman sono parzialmente corretti , ovvero lo stipendio di un barbiere a fine carriera è di 9700 euro lordi al mese , ma se si divide la paga annuale su 12 mensilità e non su 14 come vengono pagate adesso (si hanno la tredicesima e la quattordicesima) si arriva agli undicimila di Truman.
Dato che molti dei barbieri ormai sono vicini alla pensione (a 53 anni) ha ragione Truman.
Poche balle , non rilasciate comunicati stampa , vogliamo vedere le buste paga!
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fonte:
http://www.linkiesta.it/blogs/radio-berlino/fatela-finita-i-barbieri-di-montecitorio-sono-indispensabili

I segreti della casta di Montecitorio: non solo per loro: come far viaggiare gratis anche...

C'è un agenzia di viaggio all'interno di montecitorio, alla quale tutti i deputati si rivolgono per fare qualsiasi biglietto aereo (naturalmente gratis) da e per qualsiasi destinazione italiana. La prima volta che sono andato a fare i biglietti, il funzionario parlamentare adibito all'agenzia (7000 euro al mese) mi ha chiesto il codice millemiglia, che con accortezza il deputato-padrone mi aveva fornito.
Cosa ho scoperto: che lor signori non solo si fanno i viaggi gratis, ma con quei viaggi accumulano punti su punti che poi utilizzano per far viaggiare gratis anche mogli, amici e parenti sui voli alitalia.
L'assuefazione alla casta ci può portare qui in Italia anche a sminuire il peso di quest'atteggiamento truffaldino, ma per comprendere il valore di queste azioni, forse è il caso di ricordare lo scandalo "miglia aeree" che ha portato alle dimissioni di tre ministri in Germania, colpevoli di aver fatto quello che da decenni continuano a fare impunemente i deputati italiani:
http://archiviostorico.corriere.it/2002/agosto/01/Berlino_scandalo_miglia_aeree_dimette_co_0_0208011344.shtml

Spidertruman 

fonte:
http://isegretidellacasta.blogspot.com/2011/07/non-solo-per-loro-come-far-viaggiare.html?spref=bl

I segreti della casta di Montecitorio: I noti ladri che si aggirano a Palazzo Marini, sed...


Palazzo Marini, piazza San Silvestro, Roma.
Qui di ladri non ce ne sono tanti, ma uno solo, che però risulta molto più scaltro dei tanti parlamentari che sopravvivono con "solo" 14.000 euro al mese. Lui intasca dalla Camera dei deputati all'incirca 2 milioni di euro al mese.
Il suo nome è Sergio Scarpellini, un noto palazzinaro romano che guadagna, solo attraverso l'affare di Palazzo Marini, 150 volte più del "misero" stipendio parlamentare.
Lo scandalo già alcuni anni fà venne fuori.
In pratica la camera dei deputati paga 25 milioni l'anno per l'affitto dell'intero Palazzo Marini, per 20 anni.
Il palazzo Scarpellini l'ha comprato con un mutuo, le cui rate vengono pagate dalla Camera dei Deputati.
Geniale, vero?
Ma non è finita qui.
Il vero scandalo non è solo regalare a questo signore qualcosa come 150 stipendi parlamentari al mese, o 2000 stipendi normali, ma è anche e soprattuto nella misera funzionalità di questa struttura.
Qui infatti hanno gli uffici i parlamentari "sfigati": i segretari di partito, i capigruppo, i presidenti di commissione hanno gli uffici all'interno di Montecitorio, ma essendo gli spazi limitati (limitati un corno: ho visto finanche 10 stanze con centinaia di metri quadri a disposizione di un singolo capogruppo d'opposizione), restavano qualche centinaio di deputati da sistemare.
questi li hanno spediti a palazzo Marini, che è in piazza san silvestro, sono 500 metri o poco meno da montecitorio, ma essendo che i peones sono a roma solo dal martedì pomeriggio al giovedì per le votazioni, ed essendo il loro mestiere in quei giorni incentrato essenzialmente nel premere il pulsantino del voto al suono della campana, non possono permettersi il lusso di allontanarsi così tanto.
E così quel palazzo è sempre vuoto, spettrale, cammini per centinaia di metri per i suoi labirintici corridoi senza trovare mai un'essere umano, un segno di vita.
I corridoi sono sempre vuoti, le tasche dei palazzinari collusi invece sono sempre piene!

fonte:
http://isegretidellacasta.blogspot.com/search?updated-max=2011-07-19T08%3A50%3A00-07%3A00&max-results=7

lunedì 25 luglio 2011

Stipendio da consulente per mancata rielezione : 120.516 euro l'anno al lordo delle ritenute

"Quando la caccia si fa grossa e si punta a uno come Scilipoti, che fino a due giorni fa urlava dall'altra parte, allora vuol dire che è entrato in gioco Denis Verdini". Un dirigente Pdl che è di casa a Palazzo Grazioli racconta quel che sta accadendo in queste ore, racconta cosa accade in casa Pdl quando "non ci si può limitare alla promessa della ricandidatura". Perché adesso che la partita entra nel vivo non si punta ai soliti finiani incerti e centristi confusi, ma a dipietristi e persino democratici. Chi ci sta conquista un allettante win for life. Ci sono i pescatori da transatlantico, che lavorano sotto costa. E anche in questo caso sembra ne sia entrato in gioco uno, anzi una, finora defilata. Si tratta di Maria Rosaria Rossi - al fianco del Cavaliere questa estate al castello di Tor Crescenza e alla Certosa - che proprio sull'imminente passaggio del siciliano Scilipoti al partito della fiducia sembra abbia svolto un ruolo delicato. Ma poi ci sono i pescatori da mare grosso. Tre, in movimento in queste ore. Il coordinatore Verdini, appunto, il tesoriere del Pdl Rocco Crimi e una seconda fila ma molto attiva, il campano Mario Pepe. La triade, stando alle informazioni acquisite da autorevoli fonti interne al partito, si muove a tenaglia sugli obiettivi, con funzioni e assunzioni di impegni diversificati. Al pari di Pepe, altri si muovono nell'acquario di Montecitorio. Daniela Santanché, per gli avversari il "Luciano Moggi" del calciomercato, e il ministro Elio Vito. Francesco Pionati e Saverio Romano sugli amici dell'Udc dal quale provengono.

Non vi è traccia, né mai ve ne sarà di passaggio di denaro. "I 350-400 mila euro di cui si parla è il corrispettivo in 3-5 anni di una consulenza col partito o col gruppo - racconta dietro anonimato chi ha ricevuto e rifiutato - Il sistema è collaudato: ti propongono di indicare il nome di un amico, un parente col quale stipulare subito il contratto, che si aggira attorno ai 100 mila euro lordi l'anno, per più anni". Cosa ne faccia il "prestanome" del compenso, a chi giri quei soldi, non è affare dell'offerente. "La consulenza poi può passare a tuo nome a fine legislatura - continua nel racconto il deputato - in caso di mancata rielezione". Perché la ricandidatura è la prima offerta avanzata, ma nessuno, nemmeno il leader può garantirla. Poche settimane fa Repubblica aveva pubblicato il contratto di consulenza col gruppo Pdl che due ex parlamentari transitati a Forza Italia a fine 2007, Marco Pottino e Albertino Gabana, hanno stipulato dopo la mancata rielezione. Compenso, tuttora percepito: "120.516 euro l'anno al lordo delle ritenute".

La regola numero uno di Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi l'ha dettata a coordinatori e capigruppo a settembre, in occasione del primo calciomercato: "Non voglio ricevere nessuno che venga qui a far richieste o aprire trattative, non intendo passare altri guai per colpa di inaffidabili che registrano o vanno a raccontare chissà che". Gli scandali dell'ultimo anno e mezzo hanno imposto cautela. Sono altri a condurre le trattative. Il presidente del Consiglio si congratula e concede il privilegio dell'abbraccio finale, il sigillo. Il pidiellino Dore Misuraca, potente calamita elettorale in Sicilia occidentale e in odor di transito all'Udc, è stato il recordman degli ingressi a Palazzo. Tre nelle ultime sei settimane. Fruttuosi. "Il presidente l'ha buttata tutta sul rapporto personale, mi ha confermato che sono una risorsa" minimizza Misuraca. Ma la famiglia Misuraca è regina della sanità privata nell'isola, il rapporto personale non è stato l'elemento decisivo per convincere altri deputati che si sono avvicendati dal premier. Non trova conferma l'indiscrezione che circola sullo screening che sarebbe stato effettuato sulla situazione patrimoniale e le esposizioni bancarie di una serie di "avvicinabili". Però sul dipietrista Domenico Scilipoti, stando alla documentazione inviata al partito da uno dei suoi creditori, pende un decreto ingiuntivo (89/07) sostenuto da sentenza del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto per 200 mila euro. L'altro idv sotto tiro, Antonio Razzi, non fa mistero della proposta avanzatagli per l'estinzione del mutuo per la casa acquistata a Pescara, tramite Previdencassa svizzera. "Mutuo? Pressioni ancora più forti su di lui" allude Di Pietro.

A Palazzo Chigi poi un occhio di riguardo lo hanno anche per gli "idealisti". Deputati e senatori pronti a discutere in cambio di un impegno per una "giusta causa". La situazione delle carceri per Pannella ricevuto da Berlusconi, la gestione del Parco dello Stelvio da affidare agli enti locali per i due Svp Brugger e Zeller, la galleria del San Bernardo per il valdostano indipendente Nicco. E martedì sera al Senato Giovanni Pistorio, dell'Mpa di Lombardo, scherzava ma neanche tanto coi colleghi pidiellini: "Ragazzi, se sbloccaste i fondi Fas della Sicilia da 1,4 miliardi fermi al ministero, potremmo discutere".
(09 dicembre 2010)

fonte:
http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Parlamentari-in-vendita/D9555520.html

giovedì 7 luglio 2011

Il 42% dei giovani lavoratori dipendenti andrà in pensione con meno di mille euro al mese

Il 42% dei giovani (25-34 anni) lavoratori dipendenti di oggi andrà in pensione intorno al 2050 con meno di mille euro al mese. È quanto emerge dai risultati del primo anno di lavoro del progetto "Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali" di Censis e Unipol. Che spiega che attualmente i dipendenti in questa fascia di età che guadagnano una cifra inferiore a mille euro sono il 31,9 per cento. Molti, quindi, si troveranno ad avere dalla pensione pubblica un reddito addirittura più basso di quello che avevano a inizio carriera. E la previsione, spiega la relazione, riguarda i più «fortunati», cioè i 4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard: poi ci sono un milione di giovani autonomi o con contratti atipici e 2 milioni di giovani che non studiano né lavorano.
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Fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-06/giovani-lavoratori-dipendenti-andra-101504.shtml?uuid=AaxDvglD

Manovra l'assegno a vita per i parlamentari doveva essere abolito, secondo la prima bozza, invece resterà

Manovra, la beffa del vitalizio

L'assegno a vita per i parlamentari doveva essere abolito, secondo la prima bozza, invece resterà. Bastano cinque anni per maturare una somma che arriva fino a 7200 euro.

06/07/2011
Il ministro Tremonti con il presidente della Repubblica Napolitano.
Il ministro Tremonti con il presidente della Repubblica Napolitano.
Il testo della Manovra trasmesso alla Presidenza della Repubblica e presentato oggi alla stampa dal ministro Tremonti si apre giustamente con i tagli ai privilegi dei politici: riduzione e ridimensionamento delle auto blu (ce ne sono 15 mila), voli di Stato riservati alle massime cariche istituzionali, limitazione di molte dotazioni di Camera, Senato, Palazzo Chigi e altre istituzioni. I tagli, fa sapere il ministro dell'Economia, saranno destinati al Terzo Settore, peraltro già pesantemente ridimensionato dal Governo a livello di risorse. Vi è poi la questione degli stipendi dei parlamentari, allineati da Tremonti alla media europea, e di conseguenza da ridurre essendo da sempre i più alti dell’Unione. Quello di un deputato italiano è di 5.486 euro netti al mese per dodici mensilità. Che è uno stipendio buono, buonissimo, ma, visto il ruolo, di per sé non esagerato.

Il punto è che tra diaria, spese d’ufficio, risarcimenti telefonici e altro, in realtà un deputato si porta a casa 14 mila euro netti al mese, esclusi i gettoni per gli incarichi particolari (un presidente di Commissione viene pagato per il disturbo due mila euro netti). Ovunque viaggia in Italia (in aereo, in auto, in treno) non paga un centesimo. Fruisce di un rimborso di oltre mille euro per i trasferimenti Fiumicino-Montecitorio. Gode di un’assicurazione sanitaria che gli permette di farsi rimborsare persino le terme e i massaggi shiatsu. E a fine mandato la sua liquidazione, per cinque anni, ammonta a 46.819 euro, che è la liquidazione di un dipendente statale dopo 40 anni di lavoro. Ma il punto è che dopo essere tanto sbandierata, dalla Manovra è sparita la cancellazione del privilegio dei privilegi: il vitalizio.

Doveva essere cancellato ed è riapparso come d’incanto. Doveva essere il piatto forte della Manovra ma si è rivelato uno specchietto per le allodole. Come quei menù esposti nelle vetrine nei ristoranti dove se entri e ti siedi ti dicono che le ostriche sono finite, forse domani., per oggi solo merluzzo congelato. Ma che cos’è di preciso il vitalizio, specialità del Parlamento italiano? Oltre alla normale pensione deputati e senatori maturano, dopo una legislatura, un assegno mensile che percepiranno una volta compiuti i 65 anni e che può andare da 2.400 euro a 7.200 euro lordi. Se aggiungono anni di legislatura dopo i cinque anni, arrivano a prenderlo anche a 60 anni. Per fortuna in questa legislatura sono stati cancellati altri privilegi enormi. Perché nelle legislature precedenti c’era gente che aveva maturato il vitalizio con un solo giorno da parlamentare.

Come è possibile chiedere alla gente di pagare una tassa sui suoi risparmi, di andare in pensione a 67 anni e di versare contributi per 40 anni quando sono sufficienti cinque anni per percepire un sontuoso vitalizio da parlamentare? Secondo i primi risultati dell'indagine effettuati da Censis e Unipol, il 42 per cento dei giovani dipendenti che oggi lavorano non arriverà a mille euro di pensione. In compenso ci sarà qualche migliaio di eletti che percepiranno, oltre alla normale pensione, 7.200 euro netti al mese per cinque anni di lavoro in Parlamento.
Francesco Anfossi
 
fonte:
http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/articolo/la-manovra-e-i-privilegi-a-vita_060711192903.aspx

Pensioni e province, monta la rabbia

«Con questa Manovra l'Italia riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014». Mentre Giulio Tremonti illustra il decreto che consente di recuperare i primi 51 miliardi di euro, spiegando dove e come tagliare, i cittadini sentono piombare ancora una volta le mani del governo nelle proprie tasche. Pubblichiamo alcune delle lettere arrivate alla redazione de Il Tempo. La rabbia dei lettori si concentra principalmente sulla mancata abolizione delle Province (considerate da tutti uno spreco e uno strumento clientelare per conservare il potere della "casta") e sulla norma che intende modificare la rivalutazione delle pensioni. Bersaglio prediletto rimane il Palazzo, con i suoi privilegi: auto blu e vitalizi d’oro non conoscono crisi economiche.

Se la casta fa Provincia
«Gentile Direttore, apprendo che il Partito Democratico si è astenuto nella votazione sull'abolizione delle Province, sostenuta da Idv e Sel e persino dal Sindaco Pd di Firenze Matteo Renzi, favorendo il perdurare di una consistente parte della "casta" e di un consolidato spreco di Stato.
 Se non sbaglio, in passato tutti i partiti politici (Pd compreso) hanno ventilato più volte in campagna elettorale la soppressione delle Province, per poi dimenticarsene puntualmente. Diciamoci la verità: le Province non si toccano perché sono formidabili macchine elettorali, con consistenti pacchetti di voto e ampie clientele. Sono strumenti preziosi di consenso politico e di conservazione del potere. L'astensione di Bersani & compagni rappresenta pertanto una ulteriore grave sconfitta della politica. Saluti».
Antonio Taraborrelli Pescara
Traditi ancora una volta Mi aggiungo al coro sempre più numeroso dei profondamente delusi e amareggiati nei confronti del cosidetto governo di centrodestra. Ho sempre dato il mio voto a Berlusconi, ma purtroppo devo prendere nota che si sta rivelando un tronfio parolaio. «Non metteremo mai le mani in tasca agli Italiani», dicono. Poi, ciò che sanno fare per prima cosa, è ridurre le pensioni, aumentare le tasse, e Dio ci guardi dal (non dico eliminare) ma almeno ridurre tutti gli innumerevoli vantaggi della casta. Questo si chiama tradire la fiducia data».
Ramiro Giorgi
Chi tutela i risparmiatori? «Su vari giornali si evidenzia la differenza tra il regime attuale dei Bot annuali e quello post decreto inserito nella manovra economica . Per esempio, il rendimento netto su 10.000 euro passa da 152,5 euro (1,52%) a 66,7 euro (0,67%) e a 36,7 euro (0,37%) nel 2013. Ma occorre tener conto che con l'inflazione i 10.000 euro di valore nominale restituiti al risparmiatore dopo un anno avranno un valore reale inferiore e gli interessi lordi serviranno solo a compensare la perdita sul capitale . Dopo imposte, bollo e commissioni il rendimento è negativo già ante decreto e lo diviene ancor di più post decreto. Inoltre tra interessi e commissioni sui prestiti alla clientela le banche acquisiscono percentuali molto più alte dell'inflazione mentre riservano alla clientela che affida loro i propri risparmi tassi reali negativi, che cioè non coprono neanche l'inflazione. Questa forbice tra tassi attivi e passivi non è più accettabile ed è indice di mancanza di concorrenza nel sistema bancario, problema che le autorità preposte alla difesa del risparmio dovrebbero urgentemente e seriamente affrontare. Un saluto».
Ascanio De Sanctis
Roma
Al servizio dello Stato «In parlamento la classe politica ha avuto l'occasione per fare un passo avanti notevole in tal senso con l'abolizione delle province, ma la nuova aristocrazia privilegiata è di nuovo uscita allo scoperto. Hanno votato contro Pdl e Lega e con l'astensione strategica il Pd le province quindi non sono state abolite. Da questa classe composta da 176.000 politici e due milioni di collaterali si cominciano a staccare l'Idv e il terzo polo che cominciano a dimostrare una certa presa di coscienza della realtà del paese: ne guadagneranno in voti. Insistano! Propongano! Via le auto blu per l'80 percento, una legge per vietare le consulenze a enti pubblici o similari, ridimensionare i palazzi della politica, esaminare a fondo le sacche del privilegio politico: in sostanza la classe dirigente del paese abbia un tenore di vita dignitoso, anche agiato, ma sempre al servizio dello stato…non lo stato al loro servizio».
Francesco Degni
Idee per i pensionati «Caro Direttore, ho letto con soddisfazione nel suo editoriale una forte presa di posizione nei confronti del provvedimento di raffreddamento e-o abolizione della scala mobile nei confronti dei pensionati. Volevo farle presente che in merito alle pensioni esiste presso il Senato una proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da 74.646 pensionati, depositata il 03 06 2008 prot. 729 che chiede: a) un paniere specifico dell'indice ISTAT, calcolato esclusivamente su prodotti di interesse per la categoria dei pensionati. b) reversibilità delle pensioni senza abbattimenti. c) rivalutazione sistematica delle pensioni di annata. Saluti».
Piero Valente
Loro pensano ai circhi
«Crisi economica, consumi fermi, disoccupazione giovanile alle stelle, precariato a vita. Mentre tutto questo bussa pesantemente alle finestre del Palazzo, all'interno di esso c'è chi si preoccupa con trepidazione di abolire la presenza degli animali nei circhi. Con tutto il massimo rispetto per gli animali, non sembra proprio un'emergenza quella di impedire ai pochissimi circhi ancora esistenti (dieci, venti?) di tenere a pensione qualche leone spelacchiato o un orso sdentato. In compenso, però, la Camera dei Privilegiati – pardon, Deputati – ha rigettato l'abolizione delle inutilissime Province. Guarda caso, con l'intervento decisivo di quel Partito Democratico che è la massima espressione dello statalismo burocratico e di quella politica che – con mirabile efficacia – Winston Churchill definiva “equa distribuzione della miseria”».
Domenico Rotella
Roma
Solo false promesse
«Dato che non è possibile scegliere i candidati e soprattutto qualsiasi promessa è carta straccia, come conferma anche la bocciatura dell'eliminazione delle province, che sia eliminata la campagna elettorale e siano annullati i relativi rimborsi. Si risparmieranno un sacco di soldi e tante prese in giro».
Moreno Sgarallino
Io, pensionato "ricco"
«Caro direttore, sono un pensionato di 72 anni che fa parte della categoria cosiddetta "ricca" in quanto percepisco una pensione lorda di circa 45000 euro (netta circa 32000), ma nessuno mi ha regalato nulla in quanto ho lavorato 41 anni come responsabile in un settore operativo dove lo straordinario, e la reperibilità, erano un obbligo, e che mi ha permesso di avere una pensione più sostanziosa. In 6 anni la mia pensione si è rivalutata di circa 40 euro l'anno. Non mi lamento di quello che prendo ma malgrado io abbia 72 anni pago tutto dalle medicine alle visite mediche ai ticket, polizza sanitaria. E io sarei ricco... Pensi a quanti Paperoni ci sono in Italia! Quelli veri gravitano nell'orbita politica. Perdoni per il mio sfogo ma quando sento che si toccano i soldi dei pensionati e dei lavoratori mi ribolle il sangue».
Luciano Gentili
E le pensioni delle toghe? «Caro Direttore, sono un Suo ammiratore. Apprezzo i Suoi interventi pacati e ragionati spesso imbarazzanti per gli interlocutori. Per quanto ha tratto il parziale blocco delle perequazioni non condivido le Sue idee. Infatti il blocco non opera sino ai 1.428/00 €uro. È parziale dai 1.428/00 ai 2.380/00. Nulla per le pensioni superiori a € 2.380/00. Quindi andiamo nel campo delle pensioni medio/alte. Parlamentari e Magistrati. I Magistrati, è bene ricordarlo, godono di una perequazione al 100% al costo della vita grazie ad una sentenza della Consulta emanata in pieno conflitto di interessi. Lei pensi che perequazione avrebbe uno che gode di più pensioni o di una di 10/20 o 30 mila €uro. Cordialmente».
Enzo Ruggieri
Torino
Pensioni e privilegi
«Sono un pensionato con una pensione di 1500 euro mensili, ottenuta dopo una vita di lavoro e dopo versamenti, come richiesto da legge. È disdicevole che con la nuova finanziaria andiate a bloccare parzialmente gli aumenti annuali dovuti all'inflazione. Infatti, vi sono ancora tante aree di pensioni privilegiate, ottenute dopo pochi anni di lavoro e con contributi minimi e queste non sono state toccate. Insomma, in questo paese solo le persone corrette, oneste vengono perseguitate e trattate male. Confidavo in un intelligenza del centrodestra superiore alla sinistra ma ne son rimasto deluso ed incredulo. Così perderete tanti consensi. Saluti».
Giancarlo
Basta menzogne «Caro Sechi, lei è una persona di buon senso ed onestà intellettuale, vorrei dirle alcune cose riguardatni le pensioni e suggerirle di fare una bella e seria indagine. Si parla sempre delle pensioni basse, come se fosse una colpa percepire pensioni medio alte. Bisognerebbe evitare di fare della demagogia e cominciare a dire qualche verità anche se scomoda. Si colpevolizzano i quadri e dirigenti che hanno lavorato una vita e fatto carriera. Questi hanno pagato contributi salatissimi e tasse ad aliquote elevate, oltre ad aver sempre sostenuto i consumi. Perché non si dice la verità sulle pensioni basse? Chi ha versato di più ha il sacrosanto diritto ad un vitalizio più elevato ed a conservarne il potere di acquisto. Chi ha versato poco, ha, per contro, un vitalizio basso e se questo non è sufficiente a mantenere un decente tenore di vita, non è l'INPS che deve aumentargli la pensione, a scapito delle pensioni, sacrosante, più elevate. Si deve smettere di colpevolizzare i titolari di vitalizi da lavoro, elevati. Si facciano vedere i conti veri e si mettano a contronto assegni e versamenti. Non si considerino d'oro le pensioni medio alte da lavoro di quadri e dirigenti. Si distinguano da quelle, regalate a politici ed affini. È sbagliato alimentare una lotta, sbagliata, di classe. È sbagliato pensare di alzare gli assegni di chi non ha versato nulla o molto poco, espropriando coloro che hanno versato di più e sempre pagato di più. Basta menzogne!».
Laura
Facciamo noi una legge «Caro Direttore, è inutile (solo per impotenza) insistere sulle giustissime critiche che hanno accolto la recente manovra, forte con i deboli e debole con i forti. Mi sembra però di ricordare che esiste la possibilità di redigere leggi “ad iniziativa popolare”. Sbaglio? E se non sbaglio, è possibile che nessuno che ne abbia la capacità o la competenza, si faccia parte diligente per rimediare alle malefatte della “casta” e ripristinare un minimo di giustizia?».
Massimo Lucarelli
Demagogie di sinistra «Egregio Direttore, che dire di quanto accade tra i componenti dell'opposizione, quella che dovrebbe o vorrebbe sostituire l'attuale maggioranza? Si rimane esterrefatti! Ad una proposta dell'Idv per l'abolizione delle Province, cosa fa il Pd? Si astiene, bocciando di fatto la proposta stessa e mandando a p...ne tutti i bei discorsi di anni. Sì di anni, ma di propaganda! Al momento di contare e contarsi infatti...contrordine compagni! Dicono, non ci credo, sia dovuto a tutti quei simpatizzanti imbucati nei vari posti pubblici. Ed allora? Niente, hanno scherzato, ora cercheranno di rimediare dando la colpa a Lui, attirando altrove l'attenzione, creando qualche altro capo d'accusa. Più avanti, ad acque calme, dimenticando i particolari di oggi, qualcuno di loro dirà: "Berlusconi pensi ad abolire le Province e non a leggi ad personam"! Ed i peones ripeteranno. "Sì, giusto, è una vergogna, via le Province". E, con l'estate, qualche intellighenzia farà un giro in barca, qualche altra in Africa e altre ancora nel Salento della bella Regione Puglia! Ed il popolo? Il popolo...bue!». L. C. G. Montepagano (Te)

Fonte:
http://www.iltempo.it/2011/07/07/1270546-appello_lettori_tempo_governo_basta_promesse_taglino_loro_stipendi.shtml

Stipendio Pisapia

Fare i conti in tasca al primo cittadino è un’attività prosaica ma inevitabile: soprattutto dopo che, nei giorni scorsi, su una serie di siti internet era rimbalzato nuovamente l’elenco delle pensioni d’oro distribuite agli ex parlamentari. Di quell’elenco, che comprende ben 2.238 nomi, fa parte anche Pisapia, avendo come è noto alle spalle due legislature come indipendente nei banchi di Rifondazione comunista. A Pisapia vanno, secondo la versione dell’elenco pubblicata sul sito dell’Espresso, 4.275 euro. In teoria, una norma «moralizzatrice» varata da Luciano Violante quando era presidente della Camera prevedeva che gli «ex» incassassero la pensione solo dopo il 65esimo compleanno, ma una serie di clausole successive ha abbassato progressivamente la soglia. In pratica da quando ha compiuto 60 anni, nel maggio 2009, Pisapia riceve la pensione.
Ma una volta approdato a Palazzo Marino, il nuovo sindaco si è trovato a dover scegliere. Un’altra norma, varata nel 2008, impedisce infatti il cumulo della pensione parlamentare con l’indennità da sindaco nei comuni sopra i 250mila abitanti. Per le città con popolazione sopra il milione, lo stipendio del primo cittadino è di circa 9mila euro lordi, pari a oltre 5mila euro netti al mese. Giuliano Pisapia ha rinunciato alla pensione di Montecitorio, e ha deciso di incamerare lo stipendio del Comune di Milano. Che, per modesto che sia, è comunque quasi il doppio del vitalizio della Camera.
In realtà, si fa notare nell’entourage del sindaco, non si tratta di un vero stipendio ma di una indennità di funzione: Pisapia, cioè, non è stato assunto alle dipendenze dal Comune, e quindi non beneficia di contributi previdenziali e assistenziali, cui deve pertanto provvedere personalmente. Ma a rendere simile a un salasso - almeno dal punto di vista economico - la nuova vita di Pisapia è la rinuncia al lavoro da avvocato.

Fonte:
http://www.ilgiornale.it/milano/torna_stipendio_sindaco_5mila_euro/06-07-2011/articolo-id=533430-page=0-comments=1