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lunedì 14 luglio 2008

Stipendi manager IT, CIO e responsabili informatici. Qualità e caratteristiche richieste.

Uno studio di Michael Page International rivela le cifre degli stipendi tributati ai manager IT e le caratteristiche dei ruoli direttivi.

Capacità di governance a 360°: è il profilo ideale ricercato nel settore dell’Information and Communication technology, dove le aziende richiedono ai manager una professionalità poliedrica, capace di rispondere alle esigenze tecnologiche, ma anche votata agli obiettivi di business.

È quanto afferma uno studio di Michael Page International, società inglese tra le più importanti a livello internazionale nella ricerca e selezione di personale specializzato di medio e alto profilo.

Il mercato italiano e quello internazionale sono caratterizzati da tempo da uno slittamento della funzione IT da semplice divisione di staff verso un ruolo maggiormente strategico, che si concretizza in un crescente coinvolgimento del management tecnologico, il Chief information officer, su tematiche orientate al business. In altre parole, le scelte informatiche sono prese alla luce degli obiettivi di crescita e innovazione dell’azienda e non solo in relazione a esigenze squisitamente tecniche.

C’è, poi, un altro aspetto che connota il nuovo modello aziendale che si sta affermando: le imprese sono sempre più orientate all’integrazione con l’esterno, che si realizza spesso con l’inserimento di figure IT all’interno delle diverse aree aziendali, su progetti temporanei o anche permanenti.

Michael Page International pone l’accento anche sulla difficoltà delle aziende nel reperire profili di middle management (35.000 – 65.000 euro), a causa della riduzione degli investimenti in formazione su figure professionali junior.

È interessante, anche al fine di capire quanto alcune figure costino in termini aziendali, conoscere gli stipendi medi di CIO e di altre figure IT.

La media del CIO si attesta sui 135 mila euro annui, cui segue l’IT Manager (63.500 euro). Al terzo posto, sempre come stipendio medio, si piazza il Datacenter Virtualization Architect (60.000 euro), seguito da DB Administrator (54.000 euro).

Sotto ai 50 mila euro troviamo: il Responsabile Networking (49.500 euro), l’IP Planner Core Network (47.500 euro), i Consulenti ERP (45.500 euro), l’IT Security Manager (44.500 euro), il Technical Architect (42.500 euro) e, infine, gli Esperti .Net/Java/J2EE (41.000 euro).

Autore: Pierluigi Emmulo

Fonte:

http://www.webmasterpoint.org/news/stipendi-manager-it-cio-e-responsabili-informatici-caratteristiche-e-cifre_p32303.html

giovedì 3 luglio 2008

Stipendi giovani under 30: la media in Italia è inferiore fortemente alla retribuzione dei lavoratori delle altre generazioni.

Gli stipendi dei figli (under 30) sono diminuiti rispetto a quelle dei loro genitori o dei loro colleghi più grandi. Lo Stato non incentiva la manodopera giovanile come dovrebbe



In uno studio realizzato da OD&Mi, si sono presi in esame oltre 1 milione e mezzo di profili retributivi di impiegati, osservando le differenze fra il 2007 ed il 2003, anno preso come base, nel quale il salario percepito dai lavoratori sotto i 30 ammontava all'82,9% dei colleghi di 41-50 anni e all'80,9% di quelli tra 51 e 60. Invece nel 2007 la quota spettante ai giovani di 24-30 anni è scesa al 77,1% rispetto all'età di mezzo ed al 73,8% dei più anziani, diminuendo di più di un punto l'anno.

Infatti da una retribuzione lorda annua di 20.252 i giovani impiegati sono passati nel quinquennio a 22.121, quelli di mezza età da 24.415 a 28.684, i più anziani da 25.032 a 29.976, con un netto e continuo impoverimento dei 24-30enni rispetto ai loro colleghi maggiori di età, su paghe peraltro già complessivamente esigue.
Confrontando le categorie, gli impiegati nel complesso perdono terreno rispetto ai dirigenti ed ai quadri: questi ultimi nell'ultimo anno hanno registrato i maggiori incrementi nelle retribuzioni lorde, soprattutto gli ultra sessantenni.

Dunque in un paese che non cresce ma resta stazionario, nel quale invece i prezzi aumentano progressivamente (per non parlare degli utili delle maggiori imprese che meriterebbero considerazioni a parte), i lavoratori perdono potere d'acquisto e, fra loro, i giovani in misura maggiore.

Il presidente della OD&M Vavassori prevede che non solo non vi sarà recupero a breve delle disparità, ma anzi la differenza tende a consolidarsi. Il recupero semmai può avvenire dopo i 30 anni.
Da una intervista dello stesso presidente emerge che il divario delle retribuzioni fra generazioni dipende dalla logica delle imprese, per cui il lavoratore all'inizio va pagato meno perché ha bisogno di qualificazione: cioè viene ricaricato sui giovani l'onere della formazione professionale.

Al contrario, secondo noi, questo dovrebbe essere a carico dello Stato (in attuazione del diritto costituzionale alla formazione ed istruzione), e dell'impresa stessa per le ulteriori caratteristiche specifiche richieste, come peraltro avveniva quando si attuavano politiche del lavoro che vedevano nelle imprese l'utilizzo di lavoratori più esperti per affiancare quelli all'inizio dell'impiego come tutor, addestratori dei più giovani colleghi.

Poi ovviamente la legge di mercato della domanda e dell'offerta fa la sua parte: infatti negli ultimi 5 anni l'offerta di lavoratori di 25-30 anni è aumentata, per cui le retribuzioni si sono abbassate; e ciò in misura maggiore per i laureati. Per i diplomati va meglio perché 'sono operativi in tempi più brevi'.
Inoltre non è secondario secondo il prof. Vavassori il ruolo degli intermediari: se le agenzie per il lavoro operano soprattutto sulla quantità (avete presente l'ultimo film di Ken Loach?) le differenze si possono accentuare. Una intermediazione di qualità potrebbe invece aiutare un riavvicinamento retributivo. In questi anni si è usata la legge 30 con troppa disinvoltura, come nei call center.

Tutto questo paradossalmente avviene in un periodo nel quale è maggiormente rilevante il bisogno di risorse economiche in particolare per i giovani lavoratori, per i precari, per permettere loro di costruirsi una vita 'normale', sicura, di fare progetti per il futuro, di mettere sù una famiglia, incentivando la natalità del paese, oggi vecchio e stanco. Lo svecchiamento della società italiana avrebbe notevoli ricadute positive sull'economia del paese nel periodo medio, sarebbe dunque un buon investimento per il benessere futuro, mentre l'atteggiamento opposto crea danni anche a lungo termine.

martedì 1 luglio 2008

Retribuzioni IT - andamento lento

Uno dei parametri principali in base ai quali si può calcolare il valore attribuito a una determinata risorsa è quanto si è disposti a pagare per averla e quanto si investe nella sua formazione; quanto spendono le aziende del settore ICT per il proprio personale? Quali sono le figure professionali più pagate?

L'analisi condotta da IDC Italia per Assintel dà alcune risposte a queste domande e mette in luce le politiche retributive all’interno delle aziende del settore IT.È emerso un quadro molto controverso, buona la retribuzione dei manager, meglio se non tecnici, stipendi invece bassi per il data entry.

L'Indagine ha raccolto i dati di un campione di 162 aziende appartenenti al settore ICT, che hanno fornito il proprio contributo attraverso la compilazione di un questionario online. La composizione del campione oggetto dell'indagine è in linea con le caratteristiche del tessuto economico italiano e soprattutto con la distribuzione delle imprese del comparto ICT dal punto di vista dimensionale, a forte connotazione PMI.

All’interno del campione prevalgono software house e società di servizi IT (rispettivamente 40% e 20%), con una discreta presenza di operatori specializzati nella distribuzione (12%). La forza lavoro totale all'interno del campione analizzato supera le 20.000 unità, di cui 1.030 dirigenti (il 5,5%). La percentuale di donne con ruoli dirigenziali è inferiore alla media (2,9% a fronte di una media del 5,5%).

La crescente “mobilizzazione” del lavoro, la progressiva “remotizzazione” delle attività, la gestione di progetti fuori sede tipica delle società IT, il grado di informatizzazione elevato raggiunto anche dalle piccole imprese rappresentano driver indubbi della penetrazione di cellulare, portatile ed autovettura come benefit extracontrattuale concesso dalle aziende intervistate. La mobilità rappresenta uno degli indicatori dello stato di salute di un comparto. Il settore IT ha conosciuto anni di contrazione e di estrema incertezza che hanno condizionato negativamente anche le dinamiche occupazionali. Per quanto complesso ed estremamente competitivo, il settore ha ripreso un percorso di sviluppo grazie alla maggiore consapevolezza da parte delle imprese del valore delle tecnologie, accompagnate da driver quali l’efficienza, la competitività, o semplicemente indotta da evoluzioni normative. All’interno del campione analizzato il quadro appare positivo: complessivamente le assunzioni nell’ultimo anno (813 unità) superano le cessazioni (516) determinando una crescita relativa del 4,3% rispetto alla forza lavoro delle aziende rispondenti.

Dal punto di vista dei dati retributivi si fa riferimento alla cosiddetta R.A.L. – Retribuzione Annua Lorda – ovvero alla retribuzione lorda fissa annua con esclusione dell’eventuale quota variabile. Per quanto riguarda i dati riferiti al totale rispondenti, le medie che risultano dall’analisi si muovono nel modo seguente tra i diversi livelli:

Ø Dirigenti: 77.877 € (con età media di 47 anni),

Ø Quadri: 46.241 (età media di 41 anni),

Ø Impiegati: 25.166 (con età media di 35 anni),

Ø Lavoratori atipici: 26.161 (con età media di 33 anni).

L’incidenza percentuale della quota variabile sulla retribuzione fissa varia dal 23% per i dirigenti al 12% per gli impiegati (quest'ultima risente ad esempio della presenza di figure di vendita le cui retribuzioni sono legate alle performance commerciali). L’analisi dei livelli retributivi ha coinvolto le aziende anche dal punto di vista organizzativo e funzionale, andando a indagare la variazioni delle medie annue per i diversi inquadramenti rispetto a:

Ø aree funzionali non tecniche: comprende amministrazione/finanza, commerciale/vendite, marketing/comunicazione, personale, servizi generali. I dirigenti dell’area personale o delle vendite appaiono mediamente posizionati su livelli più elevati.Il livello medio delle retribuzioni fisse per la categoria dirigenti si mantiene comunque sempre al di sopra dei 70.000 €/lordi annui.Per quanto concerne i quadri, i valori medi premiano maggiormente le aree funzionali di front-end quali le vendite (50.740 €) rispetto ad esempio alle funzioni servizi generali o personale (rispettivamente 41.448 € e 42.786 €).

Ø Aree/figure tecniche: comprende analisi e programmazione non web, analisi e programmazione web, assistenza tecnica, consulenti tecnici/capi progetto, help desk, operatori di data entry, operatori di macchina, ricerca e sviluppo, sistemisti.Le attività di "ricerca e sviluppo" sono particolarmente importanti per le aziende IT, la strategicità associata alle competenze professionali delle risorse umane di quest’area, si traduce anche nei livelli retributivi medi, che appaiono tra i più elevati tra le figure tecniche sia per dirigenti sia per quadri e impiegati. All’estremo opposto, se ci si sofferma sulla categoria impiegati, gli operatori di data entry e di help desk presentano i livelli retributivi medi più bassi (rispettivamente 23.261 € e 23.678 €).

Abbiamo approfondito questo tema con alcune domande ai protagonisti di questa ricerca:

Dott. Rizzotto (IT Research Manager, IDC Italia) alla luce dei risultati emersi dall'indagine qual è la considerazione in cui è tenuto il personale IT all'interno delle aziende del settore ?

Per le aziende intervistate è indubbio il valore del personale con competenze ICT, che - a differenza di quanto accade negli altri settori economici – non è soltanto impegnato nel supportare i processi interni con infrastrutture e servizi adeguati ma assume il ruolo guida in quanto in prima linea nella realizzazione e delivery di prodotti/servizi destinati al mercato. Per queste aziende, a maggior ragione, IT e business sono un binomio inscindibile. Le retribuzioni medie per queste categorie di figure riflettono il ruolo delineato, con riferimento in particolare alle figure dirigenziali dell’area ricerca e sviluppo. All’interno delle figure tecniche emerge inoltre una forbice retributiva tra capi progetto/consulenti e personale di help desk / data entry, con le prime ben posizionate nella scala retributiva, il personale di data entry / help desk appare invece penalizzato se si considera che le retribuzioni medie si posizionano in basso alla scala retributiva di tutte le figure analizzate (tecniche e non tecniche).

Dott. Rapari (Presidente di Assintel), l'informatica spesso è intesa come un servizio e non come parte integrante del core business , ciò si riflette anche nell’atteggiamento verso le retribuzioni? E qual è il trattamento specifico riservato all’interno delle aziende ICT?

Per troppo tempo l’informatica è stata considerata principalmente un costo da parte delle aziende; oggi invece gli investimenti IT assumono una rilevanza diversa rispetto al passato: le aziende non possono più farne a meno, pena perdite irrimediabili di efficienza e competitività. Il valore intrinseco dell’innovazione porta le organizzazioni a un cambio di prospettiva nonostante le resistenze interne, i budget ridotti e la congiuntura siano ostacoli sempre presenti nel cammino decisionale. Un ulteriore passo in avanti potrà derivare dalla possibilità di guardare e misurare l’ICT sulla base dei ritorni effettivi di business, sugli impatti economico-finanziari dell’organizzazione, presupposto per meccanismi di incentivazione su base flessibile e variabile, orientati ai risultati. Per quanto riguarda le aziende ICT, è invece sempre più sentita l'esigenza di avere a disposizione contratti ad hoc, in sostituzione ai classici contratti collettivi nazionali troppo a-specifici e rigidi, che recepiscano le esigenze e le peculiarità del settore, permettendo di costruire politiche di sviluppo del personale moderne, lungimiranti, flessibili e incentivanti.

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Giorgio RapariPresidente AssintelSocio di riferimento e Presidente di ONSOFT srl, società che si occupa di ICT nelle aree: Finanza, Industria e Sanità con prodotti software, soluzioni e servizi. Consigliere di Presidenza dell'Unione CTSP della Provincia di Milano con delega per l'Innovazione Tecnologica. Presidente Commissione Innovazione Tecnologica e Sviluppo d'Impresa (Confcommercio)

Fabio Rizzotto IT Research Manager, IDC Italia Fabio Rizzotto è laureato in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi di Milano, con indirizzo in Marketing. In IDC segue l'attività di ricerca con particolare riguardo alle dinamiche dei mercati eBusiness, Internet-BtoB, Content e Document Management, PMI e innovazione tecnologica.

fonte:

http://www.antoniosavarese.it/index.php?option=com_content&task=view&id=111&Itemid=41